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SIAMO DAVVERO LIBERE DI ABORTIRE?

#LiberaDiAbortire è una campagna di tutte e di tutti: vogliamo garantire concretamente a ogni persona il libero accesso all’aborto, tramite azioni di informazione pubblica, un appello al Ministero della Salute e una proposta di legge di iniziativa popolare per superare la Legge 194. Il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza è minacciato da un numero altissimo di obiettori di coscienza, da informazioni antiscientifiche, dalle violenze fisiche e psicologiche e dalle associazioni no-choice, appoggiate da giunte regionali retrograde.

La campagna è promossa da Radicali italiani, IVG Ho abortito e sto benissimo, Non è un veleno, Possibile, UAAR, Giovani Democratici Abruzzo, Giovani Democratici Milano, Creative fighters, Hello Tomorrow Agency, Training Academy for Changemakers, Aps Si può fare, ed è aperta a tutte le realtà, partiti, associazioni, movimenti e persone che vogliono garantire nel nostro paese un vero diritto all’aborto.

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LIBERA DI SAPERE.
LIBERA DI ABORTIRE.

Scarica il vademecum sull’interruzione volontaria di gravidanza per sapere cosa puoi fare se decidi di abortire e cosa non è lecito subire.

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COSA PUOI FARE TU

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COSA PREVEDE LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE?

L’attuale legge 194 non garantisce un vero diritto all’aborto ma lo consente in determinati e specifici casi. Ha avuto il merito di arginare la piaga dell’aborto clandestino ma non ha in alcun modo garantito l’autonomo diritto di scelta.
Noi chiediamo un autonomo diritto di scelta e autodeterminazione, per far sì che la libertà riproduttiva non incontri più ostacoli morali e amministrativi e possa essere liberamente accessibile per chiunque decida di interrompere una gravidanza.
È proprio con il governo di centrodestra più reazionario della storia della Repubblica che il dibattito va aperto e abbandonato il grido: “giù le mani dalla 194”. Perché se da un lato è ormai chiaro che la destra non ha intenzione di toccare una legge che la favorisce nell’azione capillare, è arrivato il momento per il fronte pro-choice di immaginare, scrivere nero su bianco e proporre un vero diritto all’aborto.
Con la nostra proposta di legge di iniziativa popolare chiediamo:

  • il riconoscimento dell’aborto come vero e proprio diritto riproduttivo;
  • la possibilità di abortire senza ostacoli o limitazioni fino alla 14esima settimana dall’epoca gestazionale effettiva;
  • la libertà di scegliere tra il metodo chirurgico e farmacologico senza condizionamenti;
  • il superamento dell’obiezione di coscienza;
  • formazione e aggiornamento continui del personale medico coinvolto;
  • il pieno potenziamento dei consultori;
  • l’obbligatorietà per tutte le strutture pubbliche e private convenzionate di garantire il servizio di interruzione volontaria di gravidanza;
  • la tutela dell’accesso ai servizi di IVG per le persone con background migratorio;
  • informazione laica, scientifica e istituzionale sui percorsi di accesso alle interruzioni di gravidanza disponibile a partire dai canali ministeriali;
  • tutela della privacy della persona gestante durante tutto il percorso abortivo.
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PERCHÉ UNA CAMPAGNA SULL'ABORTO OGGI?

Le voci delle protagoniste e dei protagonisti della campagna

Perché mi è stato impedito di abortire serenamente nonostante la legge 194/1978. Dopo la mia denuncia raccontata dall’Espresso ne sono seguite a centinaia, dimostrando che in Italia puoi abortire, ma per farlo devi soffrire.

Francesca Tolino

attivista

Perché la legge 194 garantisce il diritto all’obiezione di coscienza del singolo, ma oggi in Italia le mancanze della legge vengono sfruttate da intere strutture per esercitare obiezione di coscienza violando i diritti delle donne.

Giulia Crivellini

avvocata e tesoriera di Radicali Italiani

Perché sulle persone che abortiscono vige un forte stigma sociale, che di fatto rende l’aborto un tabù di cui le donne non possono parlare. Perché le nostre storie e le nostre esperienze hanno un valore e perché vengano riconosciuti il nostro diritto ad un accesso sicuro e garantito ai servizi.

Federica Di Martino

Psicologa, promotrice di "Ho abortito e sto benissimo"

Perché sono passati più di quarant’anni dalla Legge 194 ma in Italia è ancora troppo difficile abortire. Il diritto all’autodeterminazione è una conquista che va difesa affinché ogni persona possa scegliere sul proprio corpo.

Chiara Ercolani

attivista della campagna "Non è un veleno"

Perché l’esercizio di un diritto umano fondamentale come è l’autodeterminazione riproduttiva deve essere garantito sempre, senza percorsi a ostacoli, senza stigmi e senza dover pagare alcun ticket in sofferenza.

Adele Orioli

Responsabile iniziative legali, portavoce UAAR

Perché la fruizione dei diritti sanciti dalla legge 194 non è garantita uniformemente su tutto il territorio nazionale e a tutte le donne, e perché negli ultimi anni è sempre di più sotto attacco da parte delle istituzioni comunali e regionali guidate dalla destra come in Abruzzo e Pescara.

Claudio Mastrangelo

Segretario Giovani democratici Abruzzo

Perché ancora oggi la cittadinanza femminile viene privata del pieno riconoscimento delle componenti di autonomia e responsabilità. In Italia si può abortire, ma pagando il prezzo degli effetti dell’obiezione di coscienza e dello stigma.

Vittoria Loffi

Autrice del podcast "Tette in su"

Perché chi desidera abortire si trova spesso costrettə a spostarsi dalla propria città e a subire la dannosa narrazione dell’aborto come evento necessariamente doloroso, invalidando le altre esperienze e alimentando, di fatto, lo stigma.

Giulia Conese

Responsabile diritti e pari opportunità GD Milano Metropolitana.

Perché a Roma e in altre città c’è una corsa alla propaganda “no-choice” che assume forme sempre diverse, come l’attacco al diritto delle donne che hanno abortito che ha portato a utilizzare il loro nome sulle croci dei loro feti.

Francesco Mingiardi

avvocato e presidente di Radicali Roma
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